Sono figlio di…
L’articolo è stato pubblicato sul giornale dell’Associazione “Selbsthilfe – Auto Aiuto”, Nr. 3/2015.

Ero poco meno di un adolescente quando mi sono imbattuto nella depressione.

Oggi siamo abituati a parlarne, ma in quegli anni novanta così controversi era ancora difficile capire ed affrontare la malattia. Già una malattia, diciamo una patologia atipica perché se hai male ad un ginocchio alle brutte vieni operato e tanti saluti; ma col cervello no, col cervello le cose sono totalmente diverse e dannatamente complicate.

Ma torniamo a me, ero piccolo forse 12/13 anni dicevo e di colpo mi trovo catapultato in questo inferno: mia madre decide che è tempo di ristrutturare l‘attività che ha ricevuto in eredità dai suoi genitori e si indebita.

Una cosa normale per ogni imprenditore, ma in quel contesto è stato un detonatore che ha stravolto totalmente la mia vita e quella di tutta la mia famiglia. Lei di colpo si trasforma in un‘altra persona, cambia in ogni cellula del suo corpo e diventa un‘altra cosa. Come posso spiegarvelo? Avete presente la mutazione del bruco nella farfalla? Ecco, una metamorfosi completa!

Negli anni ho imparato a capire i perché ed i motivi che hanno scatenato questa primo, grosso evento che ha cambiato tutto, ma non è questa la sede per parlare della mia triste vicenda nel dettaglio anche perché, di storie come la mia penso ce ne siano milioni e probabilmente rischio di annoiare voi tutti per cui andrò avanti.

Voglio raccontarvi però delle mie sensazioni, delle sensazioni di un pre adolescente in cerca di se stesso che di colpo vede trasfigurato tutto il suo nucleo famigliare. Si perché sinceramente io credo che la depressione sia una malattia che cambia totalmente la percezione che si ha della realtà.

Per capirci provate ad immaginare di vivere la vostra vita guardando tutto ciò che vi circonda sempre e soltanto attraverso un filtro opaco, attraverso un vetro nero per intenderci. Pensate al giallo vivo del sole, non sarà mai così brillante dietro a questo „muro“ nero, ogni cosa anche la più colorata e la più allegra avrà dunque contorni bui e tetri.

Questa è la depressione che lentamente ha fagocitato anche me, anche se nessun dottore me l‘ha mai diagnosticata, questa subdola compagna intacca tutte le persone che vengono con essa a contatto e più si è costretti a conviverci e più essa si inocula nel profondo di chi ci convive.

Ed allora tutto cambia, ogni cosa che accade nella vita diventa una tragedia e nei rapporti umani tutto diventa teso, un‘eterna guerra fredda fatta di equilibri precari, e la spada di damocle è sempre pronta ad abbattersi su chi „SGARRA“.

Purtroppo oggi sento di pagare dazio per tutto ciò che mi è successo, penso soprattutto che ci sia un principio caotico e senza senso che decida chi deve soffrire e chi no. A me è andata male, è questione di fortuna come ad esempio è questione di fortuna nascere nel „primo mondo“ e sfortuna nascere nel „terzo mondo“. Non voglio compatirmi ma credo sia giusto fare delle considerazioni riguardo questa condizione dell‘uomo moderno, la depressione è una malattia subdola che giorno dopo giorno intacca la normale gioia di vivere ed il modo di vivere moderno, non fa altro che offrire pertugi continui in cui essa prospera e si insinua senza sosta.

Cosa posso dirvi ancora? Ho imparato qualcosa? Certo ho imparato a difendermi, ho imparato a convivere con il dolore e la sofferenza, ho imparato a resistere giorno dopo giorno al continuo logorio mentale che comporta la convivenza col „nero“.

Ma tutto questo mi è costato parecchio in termini di autostima, di serenità e di felicità: sento come se qualcosa mi fosse stato sottratto, come se da un giorno all‘altro tutto il mio percorso fosse stato alterato dal suo precedente scorrere.

Oggi non sono felice, non sono sereno e soprattutto sento di aver perso anni della mia vita tra gli anfratti oscuri della depressione.

Cosa mi porto alla fine di questo racconto? Mi porto la speranza di poter ancora rialzare la testa, la consapevolezza che c‘è gente in grado di aiutarmi e soprattutto che negli anni si sono sviluppate molte modalità di aiuto e auto aiuto.

Ma dentro ho un mare vuoto che al momento, nemmeno le tantissime lacrime che ho versato, riescono a riempire.

 

Guarda anche: